La parola prima accennata, poi sussurrata, poi detta a mezza bocca, quindi pubblicamente espressa si è ora imposta all’attenzione di tutti: declino.
Corato è da diversi anni in declino demografico e manifesta chiari segni di difficoltà anche nel comparto del commercio e degli esercizi di vicinato: sempre più numerosi sono i cartelli “fittasi” che penzolano tristemente in segno di resa in luoghi prima pullulanti di attività commerciali e di vita. Emblematico in tal senso è il caso di via Roma. Il Quarto Potere ha pubblicato nei giorni scorsi un intervento di Claudio Amorese (https://ilquartopotere.it/societa/coratini-una-specie-in-via-di-estinzione/), presidente dell’Associazione Imprenditori Coratini, che ha fatto il punto della situazione avvalorando le tesi esposte a più riprese da queste colonne.
Vero è ben che qualcuno ancora si affanna a nascondere il sole con lo straccio, adducendo a prova questo o quell’indicatore economico che permane positivo, ma la china intrapresa sembra condurre inevitabilmente ad un progressivo ridimensionamento della nostra comunità a meno che qualcuno non vi ponga rimedio.
Per intervenire è necessario comprendere la genesi dei fenomeni altrimenti si rischia di procedere come la nostra Giunta comunale che è composta tutta da clinici abilissimi che basano però le loro diagnosi su analisi del sangue e delle urine completamente erronee. In effetti a Corrado e ai suoi Assessori certo non può essere rimproverata la mancanza di attivismo: alcuni si danno un gran da fare promuovendo progetti, conferenze, eventi… ma l’impressione è che siano attività scollegate tra loro, senza un fine e con l’unico intento di consumare in qualche modo (speriamo nel miglior modo possibile) le risorse a disposizione.
Così Corrado, un colpo al cerchio e un colpo alla botte, procede ed è giunto al terzo anno del suo mandato senza che il contesto in cui viviamo sia cambiato in meglio, senza aver raggiunto risultati tangibili e duraturi, senza essersi discostato di molto da quella che è la sua vera passione: la propaganda. A dirla tutta, al di là di qualche spruzzata di novità in tutto simile ad un lancio di coriandoli nel vento, Corrado – quando si è arrivati alle strette e alle cose “pesanti” – ha avvalorato le prassi già in essere e forse ha fatto addirittura peggio dei suoi predecessori che in campagna elettorale ha tanto vituperato: ne riparleremo.
Rimangono ad oggi questa o quella iniziativa, quel singolo episodio in un film lungo tre anni che forse è riuscito per un attimo a riportare un po’ di allegria, ma sono cose che sembrano buttate a riva dal mare in seguito ad un naufragio: le si raccoglie, si cerca di dar loro una forma e di immaginare quale possa esserne stato l’uso ma l’atmosfera di sconforto permane. Del resto, come dice l’antico, “Né un matrimonio senza pianto, né un funerale senza riso” e oggi, passeggiando per la città, di certo non abbiamo visto sposi o cortei nuziali, ma semmai serrande abbassate e bardate a lutto.
È così che quest’anno l’ormai prossimo 2 novembre assume più che in passato una valenza simbolica, nella speranza che almeno il cimitero si presenti al meglio e possa essere una cornice adeguata per i tanti che si recheranno a far visita ai defunti. In tal senso apprezziamo la frenetica attività del Consigliere delegato Giulio D’Imperio che si è compenetrato a tal punto nel suo ruolo di “consigliere” da pubblicare sul suo profilo Facebook anche i “consigli per gli acquisti”, condividendo la pubblicità di questo o quell’operatore in materia di addobbi floreali e pulizia delle tombe. Speriamo quindi che l’asperrima battaglia ingaggiata mesi or sono contro colombi, erbe infestati e fontanelle otturate sia giunta al suo termine e che il 4 novembre prossimo, dopo la ricorrenza dei defunti, il Sindaco possa proclamare un nuovo bollettino della vittoria, annunciando il trionfo non sulle aquile asburgiche ma su altri volatili e pennuti da cortile.
Peggio ci sentiamo se poi guardiamo al futuro: Corrado oramai lo conosciamo, ma l’alternativa qual è? Se qualcuno o qualcuna pensa di poter fare meglio dovrebbe iniziare a farsi sentire, dando a tanti la speranza che qualcosa possa cambiare effettivamente.