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Corrado e il bilancio un sacco bello

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L’Amministrazione De Benedittis, anche in seguito ai numerosi interventi sui social e in Consiglio Comunale di chi ha lamentato la mancata attuazione del “bilancio partecipato” come previsto nel programma del Sindaco, ha organizzato un evento dedicato al tema “Cos’è il bilancio comunale?”, evento che si è articolato in due incontri tenutisi il 14 e il 19 settembre scorsi presso il chiostro del Palazzo di Città.

Diciamolo subito: Corrado non voleva affrontare il tema “bilancio e partecipazione” (questa è l’impressione che si è ricavata durante l’ultimo Consiglio Comunale), ma è stato trascinato a forza e si è dovuto adattare alle circostanze sia pur con lo stesso entusiasmo con cui Ruggero – uno dei personaggi di Carlo Verdone in “Un sacco bello” – accetta l’invito a consumare un caffè presso la casa paterna.
La ritrosia di De Benedittis è ben fondata e nasce innanzitutto dalla sua coscienza di rivoluzionario: le rivoluzioni infatti possono essere solo confermate dalle votazioni ma non smentite (la frase è di Mussolini) e figuriamoci quindi quanto possa la partecipazione rispetto alla mistica corradiana e alla natura prometeica della sua felice sindacatura. In secondo luogo, Corrado non ama i numeri, la burocrazia, le scartoffie… preferendo il rapporto diretto con il cittadino oppure il comizio a braccio dove però – trattando di pensieri alati – sia almeno possibile atteggiare il volto al sorriso e fare il saltino in stile vendoliano quando si è presi dall’enfasi del discorso. Insomma, i numeri sono noiosi e la partecipazione è superata, ma probabilmente l’insistenza dell’Assessore Sciscioli è riuscita a vincere la ritrosia del Sindaco, inducendolo a prendere parte all’iniziativa.
I soliti bene informati asseriscono che Corrado abbia partecipato agli incontri in quanto sedotto dall’idea di poter descrivere al pubblico presente come è organizzata la vita nella comune (“Mentre le ragazze provvedono alla raccolta dei frutti naturali della terra, tipo carciofi, ravanelli, insalata, piselli… tutta roba vegetariana un sacco buona… noi ragazzi provvediamo alla dimensione artigianale… tutti lavoretti così in ceramica, in cuoio…”) e che sia rimasto basito quando ha compreso – a pochi minuti dall’inizio – che si trattava invece di presentare il modo in cui è organizzato il Comune: la circostanza spiegherebbe anche il suo arrivo in ritardo al primo incontro, avendo dovuto riorganizzare la scaletta del discorso che mentalmente aveva già preparato.
Ciò detto, i due incontri hanno visto alternarsi i sette Assessori che, ciascuno per il settore di propria competenza, hanno illustrato l’accaduto dal 2020 ad oggi, le difficoltà incontrate, le iniziative intraprese e – in maniera residuale – le prospettive per il futuro. Ancora una volta (ma fino a quando?) è emerso il tema della fatica che questa Amministrazione ha dovuto affrontare in conseguenza dei due commissariamenti, della carenza di personale, del COVID… strozzando così – in un’enfasi che è apparsa molto difensiva e poco propositiva – le prospettive future a cui è stato riservato piccolo spazio o rispetto a cui si è detto in buona sostanza: “continueremo lungo la strada intrapresa”. Il Sindaco – da par suo – ha poi calato il carico pesante dando notizia attraverso il suo profilo social che il 14 settembre “si è svolto il primo incontro del bilancio partecipato aperto alla cittadinanza”, chiudendo definitivamente la questione. L’Amministrazione ha dato seguito anche a questa promessa realizzando il “bilancio partecipato”: questa è la minestra.
Va rimarcato inoltre che gli incontri sono stati impreziositi dagli interventi del pubblico presente. Il primo giorno è toccato tenere banco ad un verace Carlo Roselli, già Assessore nelle Giunte Perrone, con un linguaggio e una gestualità che a tratti hanno ricordato il miglior Mario Brega (il padre di Ruggero). Nel secondo giorno è stato però il professor Gaetano Bucci a lanciare il grido liberatorio: “Partecipazione?… Partecipazione de che?”.
Infatti con buona pace del Sindaco e dell’Assessore Sciscioli, costretto anche questa volta ad arrampicarsi sugli specchi, dobbiamo evidenziare che il “bilancio partecipato” è un’altra cosa rispetto a quanto organizzato dall’Amministrazione nei giorni scorsi. Diciamo questo, allineandoci con quanto espresso dal professor Bucci, non in base a nostre convinzioni personali, ma in riferimento alla ormai consolidata bibliografia sul tema: gli incontri informativi o in cui si cerca di stabilire un dialogo cittadinanza non esauriscono il tema “bilancio partecipato” (chi volesse farsi una sommaria idea in merito può consultare le tante fonti disponibili on line). Non per questo, aggiungiamo, l’iniziativa intrapresa del Comune può dirsi inutile, anzi. E’ sempre positivo (un sacco bello) discutere di amministrazione, ricercare idee condivise e puntare a legare il tutto in una visione politica, ma dobbiamo chiamare le cose con il loro nome per non ingenerare equivoci, ricordando anche che iniziative simili a quella attuata nei giorni scorsi erano ripetute con cadenza annuale durante le Amministrazioni Mazzilli e Perrone.
Da ultimo, la nostra speranza è stata tutta con De Benedittis quando ha detto “Il peggio è passato” e – soprattutto – quando ha affermato che la sua Amministrazione durerà cinque anni e si candida a governare per dieci anni: sarà Corrado a traghettarci verso un tempo e in un mondo in cui “è l’amore che vince e il male che perde”? Non ci rimane che ripetere: “love love love”.
Infine evidenziamo che durante lo sventolio delle bandiere arcobaleno e in un tripudio tutto “peace and love” siamo purtroppo stati testimoni – nell’incontro del 19 settembre – della violenza verbale e del dileggio subito dal prof. Gaetano Bucci prima, durante e dopo il suo intervento ad opera di un gruppo di estremisti moderati o di violenti pacifisti che dir si voglia: Il Quarto Potere ha dato notizia dell’accaduto (https://ilquartopotere.it/news/politica/censura-per-critica-e-dissenso-per-loro-ogni-mezzo-e-lecito/). Comprendiamo che sia difficile fare una rivoluzione senza morti e feriti, ma allora perché chiamarla “gentile”? Le parole sono importanti così come è stato denso di significato il silenzio del Sindaco che non è intervenuto per fermare i facinorosi ed ha consentito ai suoi Assessori di unirsi (sia pur virtualmente) al coro degli urlatori. Il vero Ruggero avrebbe detto: “Basta con questa violenza!”

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