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Cronaca di un consiglio comunale visto dagli occhi di un sedicenne

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 A cura di Luca Mangione

7 luglio del 2023, ore 17 del pomeriggio.
Immaginate di starvi preparando per un importante consiglio comunale, consapevoli che quello a cui assisterete sarà un dibattito senza esclusioni di colpi, e ad un certo punto veder arrivare in sala un ragazzino.
Nonostante questa situazione vi sembri straniante e ingannante vi posso assicurare, essendone protagonista, che tutto ciò è accaduto davvero.
Torniamo quindi a quel 7 luglio, quando all’età di 16 anni e 8 mesi faccio il mio primo ingresso in sala consiliare, “armato”  di penna e taccuino, sedendomi al tavolo della stampa.
Messa da parte una prima sensazione di smarrimento mi abituo subito a questa nuova situazione e passa poco tempo prima che il direttore Michele Varesano mi presenti ai consiglieri e al sindaco come aspirante giornalista.

Sono tutti gentili e mi augurano buona fortuna, ma mi accorgo subito che questi sorrisi sono un semplice mezzo per nascondere un grande turbamento.
Mi era già stato anticipato che questo sarebbe stato un consiglio comunale partircolarmente acceso, e l’atmosfera che si respira in sala non fa altro che darmi conferma di ciò.
Mentre mi sistemo soffermo il mio sguardo proprio sui consiglieri: qualcuno fa gruppo e discute sulle strategie da adottare, qualcun altro invece cammina nevroticamente su e giù per la sala in cerca di un qualche segno divino.
Trascorsa un’altra manciata di minuti il consiglio può finalmente prendere avvio, ed il primo tema di cui si discute è di una importanza che definirei vitale; No non è la sanità, che viene messa in secondo grado, bensì il mancato patrocinio all’evento “Miss Italia” tenutosi lo scorso weekend.
Rimango perplesso, ma in fondo chi sono io per giudicare, ho solo 16 anni.
Il dibattito intanto prosegue e finalmente si comincia a parlare di questioni più serie per l’intera città: si discute di sicurezza, sanità, opere pubbliche, burocrazia, agricoltura e bilancio.
Sottolineo quel “importanti per l’intera città” scritto in precedenza, perchè evidentemente per alcuni consiglieri questi sono problemi marginali.
Lo denoto dalle continue smorfie e frecciatine che si diffondono a macchia d’olio per tutta la sala non appena qualcuno fa un intervento.
Qualche consigliere ha addirittura l’occasione di scambiare qualche parola con i suoi sostenitori dal pubblico oppure giocherellare col telefonino. Poi saremmo noi giovani il problema!
Addirrittura mentre qualcuno tenta di ridare un minimo di serietà a questo consiglio c’è chi non perde occasione di screditare l’avversario con un soave linguaggio del corpo fatto di gesti e mossaccie.
A fronte di questi ripetuti atteggiamenti la sala consiliare non mi pare poi troppo diversa da una classe di bambini, senza offesa agli ordini d’istruzione elementari.
Tutto ciò prosegue per all’incirca tre ore ininterrotte, ma io ormai ho visto abbastanza e decido che il mio lavoro è arrivato al termine.
Che dire dunque di questa esperienza?
Sicuramente seguire il consiglio dal vivo mi ha aperto gli occhi su quanto riguarda la nostra città, tuttavia il contorno è stato a dir poco indecoroso.
Vedere persone adulte ed in giacca e cravatta che dovrebbero collaborare per un bene comune mandarsele a dire è stato veramente un triste spettacolo.
Non si trattava di un consiglio, bensì di una gara a chi faceva la voce più grossa invece di discutere civilmente; questo da ambo le parti.
Ma in fondo io cosa ne posso sapere, ho solo 16 anni…

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