Più volte dalle nostre pagine abbiamo denunciato lo stato di declino in cui versa il nostro ospedale, in particolar modo a causa di problemi legati alle note carenze di organico che si registrano nei vari reparti. Nonostante tutti i vari proclami dei nostri politici che durante i primi mesi dello scorso anno dedicarono ampia attenzione all’Umberto I sbandierando, in alcuni casi, anche uno sfrenato ottimismo, la situazione ad oggi non è affatto migliorata perché resta irrisolta sia l’assenza del medico ortopedico, irreperibile durante i turni pomeridiani e notturni per l’eventuale consulenza lì dove necessaria per pazienti che si recano al pronto soccorso, che quella del medico chirurgo, non sempre reperibile di notte, un disagio che costringe ormai da tempo i pazienti ad essere dirottati presso altri presidi ospedalieri senza poter ricevere cure tempestive e fondamentali nel caso di alcuni traumi.
Se da un lato non c’è stato nessun progresso per fronteggiare il depauperamento del personale sanitario, a peggiorare la situazione del nostro nosocomio è ora anche lo spostamento di uno strumento guida per gli interventi in radioscopia ossia l’Amplificatore di Brillanza detto anche Arco a “C”.
Un ennesimo schiaffo al nostro ospedale quello che ha visto migrare negli ultimi giorni questo apparecchio dalla Sala Operatoria di Corato verso la Sala Operatoria del presidio di Molfetta per sostituire l’Amplificatore di Brillanza in sede che, da quanto appreso, risulterebbe essersi rotto.
Ma come sempre, in questi casi, le conseguenze derivanti da tali disagi si riversano inevitabilmente sugli utenti perché l’assenza di questo strumento, indispensabile per gli interventi di ortopedia che utilizzano una tecnica non invasiva e, fondamentale, tra gli altri usi, per il posizionamento dei PICC (catetere centrale ad inserimento periferico) nei pazienti neoplastici, costringerà gli stessi a spostarsi fuori città non potendo più ricevere tale tipo di supporto nel nostro ospedale.
E così mentre l’Umberto I continua a navigare a vista, il diritto alla salute dei cittadini rischia di essere sempre più minato nella totale indifferenza delle istituzioni.