Tiene banco in questi giorni l’apprezzata manifestazione “Io merito”, organizzata dal Comune di Corato e dal Rotary Club e giunta alla sua ottava edizione. L’evento, programmato per il 27 dicembre prossimo, premierà come nelle edizioni precedenti gli studenti che si sono diplomati con il massimo dei voti con l’aggiunta quest’anno di uno spocchioso comunicato stampa di Palazzo di Città che ha tutto il sapore dell’Amministrazione De Benedittis unito al retrogusto delle dissertazioni del Conte Lello Mascetti (Ugo Tognazzi).
Innanzitutto con mossa astuta è stato cambiato il nome della manifestazione da “Io merito” a “Noi meritiamo” perché – come recita il comunicato stampa del Comune di Corato – vi è “la necessità di ripensare al merito come capacità e volontà di costruire un NOI, un’identità collettiva e flessibile, includente e cooperativa, capace di cogliere le fragilità”. Al di là del concetto di “identità flessibile” su cui ci sarebbe tanto da dire, ma in sostanza l’Amministrazione cosa sta evidenziando? Sembrerebbe che dica: quest’anno passi, premieremo ancora coloro che hanno avuto i voti più alti, ma la manifestazione va ripensata in funzione del concetto di merito che andremo a ridefinire. Segue poi nello stesso comunicato un riferimento molto posticcio a Pier Paolo Pasolini in cui si rivendica l’importanza di educare le nuove generazioni al “valore della sconfitta”. Il testo del Comune, che a questo punto altro non è che un centone dei temi che attraversano l’ideologia woke, contraddice il format stesso dell’evento che vuol promuovere e a dirla tutta sembrerebbe quasi che, a differenza di quanto accaduto con Miss Italia, l’Amministrazione questa volta non se la sia sentita di negare il patrocinio ad una manifestazione che non condivide, che non approva e rispetto alla quale opera tanti distinguo.
Se infatti con Miss Italia il tema era stato “fate pure la manifestazione ma senza il patrocinio del Comune”, questa volta il tema sembra essere “facciamo insieme la manifestazione ma come diciamo noi”.
È giusto che la politica si interroghi sul merito e lo status dei cittadini, cercando – noi così sapevamo – di operare per la rimozione di tutte le barriere all’accesso ai servizi, primi fra tutti sanità e istruzione, e consentendo ai capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, di raggiungere i gradi più alti degli studi (articolo 34 della Costituzione). Nel De Benedittis pensiero però sembra che questa intenzione perequativa che deve essere perseguita dalla Pubblica Amministrazione non si raggiunga innalzando il livello generale di tutti (e di tutte), promuovendo comportamenti positivi o le eccellenze nei vari campi, ma semmai riportando i cittadini – anche coloro che per natura e condizione possono fare di più – ad un livello basico e comune per tutti: è l’esatto contrario del dettato costituzionale.
Che i nostri Amministratori la pensino così o che alcuni essi la pensino così (magari ad insaputa di altri che non hanno ancora messo a fuoco la questione) è chiaro da più indizi e se ne ha luminosa evidenza in un intervento del Consigliere Antonella De Benedittis (la “first sister”) in occasione dell’ultimo Consiglio Comunale: “Una serie di situazioni nel passato lontano e recente hanno creato in Città cittadini di serie A e cittadini di serie B… il nostro amministrare va nella direzione opposta: creare cittadini tutti di serie B ovviamente nel rispetto della legge e di ciò che è legale…”.
In un’atmosfera sonnecchiante o distratta da altro nessuno ha udito il peso di questa affermazione che, quand’anche fosse un lapsus linguae non corretto dall’interessata e non rilevato da alcuno, esprime molto del retropensiero che anima i nostri Amministratori o una parte di essi: riportare tutti al valore medio, ponendo il punto medio esattamente dove sono il loro sentire e il loro agire di modo che essi stessi poi ci si trovino benissimo. In ogni caso, soltanto Antonella De Benedittis potrà confermare o rettificare quanto pronunciato in Consiglio, noi dobbiamo limitarci ad annotare le registrazioni ufficiali.
Stando così le cose, sembrerebbe che il buon vecchio Indro Montanelli ci abbia preso anche questa volta: “La Sinistra ama talmente i poveri che ogni volta che va al potere li aumenta di numero”. E’ questo che, come rileviamo da più indizi, sta accadendo a Corato?