La festa patronale di San Cataldo, tanto attesa dalla Città è terminata da circa una settimana e possiamo spingerci a tracciarne un bilancio con dati alla mano, assunti direttamente dal sito del Comune.
Volendo fare un’analisi dell’organizzazione, abbiamo preso in considerazione il passato per poter meglio analizzare il presente.
Il paragone si è posto come necessario, poiché la novità di quest’anno è stata rappresentata dal notevole contributo elargito dall’attuale Amministrazione comunale.
Da un punto di vista strettamente prestigioso l’iniziativa è stata ben calibrata , perché ha tolto di fatto le “castagne dal fuoco” al comitato feste patronali e al suo presidente, in termini contributivi per la realizzazione della festa patronale; dal punto di vista storico e morale, di fatto sì è tolta la totale autonomia allo stesso comitato che “si è visto consigliare” l’ingaggio di un’agenzia specializzata in questa tipologia di eventi, PUGLIARMONICA, la quale ha inteso “innovare” i festeggiamenti, apportando le sue esperienze e le tradizioni del loro territorio, forse non del tutto appartenenti alla nostra terra.
A supporto di questa tesi, sulla bacheca dell’attore, nostro concittadino, Nicola Nocella, appariva nei giorni scorsi un post di auguri per la futura festa patronale, nel quale si spiegava esattamente quali erano le caratteristiche fondamentali di questo evento, legato ai nostri usi e costumi, nel tempo vissuta con le varie evoluzioni.
Se da un versante puramente tradizionale tutto o quasi è rientrato, da quello innovativo, alcune attrazioni sono apparse delle forzature.
A questo riguardo riportiamo le parole del su citato Nocella che sembrano davvero calzanti: “La città merita, necessita, ha letteralmente bisogno, quasi pretende che quelle tradizioni vengono rispettate. Chiunque se ne prenda cura, chiunque la organizzi, da ovunque arrivi, è obbligato a rispettare le nostre tradizioni. Non siamo il palio di Siena. Non siamo una festa patronale salentina. Che sono BELLISSIME, ma hanno le loro modalità. La loro sacra tradizione. A noi non servono i giocolieri, per esempio. Non servono gli sbandieratori. Starebbero benissimo ovunque, ma non qui. Non ci sono mai stati. Non è la nostra tradizione. E per la festa patronale la tradizione è SACRA.”
In perfetta contrapposizione però con tali legittimi auspici, con un suo comunicato, PUGLIARMONICA ha annunciato, durante le tre giornate della festa, anche la partecipazione di sbandieratori e di un corteo storico, figure notoriamente fuori contesto nella nostra festa.
Se poi prendiamo in esame un riferimento temporale di circa trent’anni, ricordiamo che contributi così corposi non sono mai stati elargiti da nessuna Amministrazione.
Si conta infatti che, mediamente sono stati corrisposti contributi pubblici nella media dei 20/25 mila euro, con l’aggiunta dello spettacolo offerto come fuori programma per un costo medio di circa 30 mila.
A fronte di queste cifre, integrate con la raccolta delle oblazioni da parte del Comitato Feste, venivano offerte luminarie artistiche installate su tutto il corso, spettacoli pirotecnici degni di considerazione artistica, concerti bandistici ed ospiti fuori programma rinomati a livello nazional-popolare.
Oggi invece, a fronte di una ormai latitante e dimenticata laicità dello Stato, con somme quasi totalmente stanziate dal Comune per festeggiare comunque un Santo di appartenenza solo cattolica, ad appannaggio di un’agenzia specializzata nel settore ingaggiata da Lecce – come se la nostra comunità ne fosse sprovvista- si è finito per spendere un’enormità di soldi pubblici.
Se da un punto meramente numerico il costo del concerto di Gazzè – secondo i dati riportati dai documenti ufficiali è costato 62.800 euro – il costo totale dell’intera festa supera i 140.000 euro, fondi erogati solamente dal Comune. A fronte di questi importi non ci si può non chiedere come sia possibile distogliere questa importante cifra dalle casse dello stesso, finanziate dalle tasse dei cittadini per un evento, lo si ripete, meramente cattolico senza peraltro considerare le risorse locali competenti, di fatto tenute fuori nonostante versino le loro imposte in questo Comune. Se poi, alle spese riportate per la sola festa patronale, si aggiunge il totale delle spese per gli eventi dell’estate coratina, si raggiunge la stratosferica cifra di 396.794 euro. Uno sproposito! In ultima analisi, dopo aver passato in rassegna i dati elencati, appare più che evidente l’incongruenza tra la spesa esorbitante attuale e quelle delle precedenti amministrazioni, accusate dalla corrente maggioranza di sperperio di danaro, volto a praticare la politica del “panem et circenses”. E francamente non possiamo non chiederci anche se tutta questa emorragia di denaro pubblico, fosse necessaria, considerando la difficile situazione economica in cui versano esercenti e famiglie, in vista di un inverno che si prospetta problematico e pieno di incognite. Oggi che la condizione è quella opposta (chi era all’opposizione ora è in maggioranza e viceversa) cosa è cambiato? Quali risposte vanno date a tal riguardo alla cittadinanza? Ai posteri l’ardua sentenza! Ravvisiamo solamente la solita lapalissiana incoerenza, ormai manifesta cifra stilistica di questa amministrazione.
Qui i costi dettagliati della manifestazione
Gusto Jazz 80.000,00 €
San Cataldo 70.000,00 €
Transenne San Cataldo 732,00 €
Blocchi cemento San Cataldo 915,00 €
Bagni chimici san Cataldo 781,00 €
Sei la mia città 52.000,00 €
Spese accessorie Sei la mia Città 21.350,00 €
Proloco 18.000,00 €
Festival delle Murge 10.000,00 €
If in Apulia-Via Salvi 3.000,00 €
Toninho Horta 4.500,00 €
Komorebi 5.000,00 €
Il Tempo dei piccoli 20.000,00 €
GAZZE’ 62.800,00 €
Sicurezza Gazzè ( ingegnere) 3.400,00 €
Security Gazzè 1.476,00 €
Oleoturismo 5.500,00 €
A tubo 16.000,00 €
Le via dell’acqua 3.500,00 €
Madonna del Carmine 3.000,00 €
Nota d’Oro 2.500,00 €
Lingua Matrigna 1.540,00 €
Merenda nell’oliveta 300,00 €
AL NOUR 3.000,00 €
Serotonina 5.000,00 €
Trame e intrecci di arte e storia 2.500,00 €
Totale 396.794,00 €