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I problemi dell’Umberto I restano, Italia Popolare: “I proclami non sono la realtà, sulla salute non si faccia speculazione né sciacallaggio”

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Nei giorni scorsi la nostra redazione poneva già attenzione sulla situazione del nostro presidio ospedaliero Umberto I circa la carenza di personale sanitario che al di là delle buone notizie ventilate purtroppo resta una questione irrisolta, a sottolineare il declino in cui versa l’ospedale anche una nota del coordinamento cittadino di Italia Popolare che rimarca e spiega:

“La salute è il bene più prezioso dell’essere umano, quindi per Etica Politica non si dovrebbe “speculare” su tale tematica, e nemmeno fare “sciacallaggio”, cioè appropriarsi di meriti non propri, o il contrario, cioè attribuire ad altri colpe e demeriti propri.
Quindi la salvaguardia della salute pubblica, anche attraverso interlocuzioni con Istituzioni che hanno facoltà di strutturarne piani di riordino e quant’altro, e di formulare riforme atte a migliorare la qualità della Sanità Pubblica, non dovrebbero ridursi alle classiche e “primorepubblichine” “tirate di giacca” al politico di turno, perchè interferisca per ammodernare o potenziare una struttura sanitaria a danno di un’altra, ma dovrebbe tenere presente la reale necessità di una comunità in termini sanitari, quindi intendere la “Salute” come diritto da promuovere e tutelare e non bene da negoziare, come previsto all’art.32 della Costituzione: …. La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti …..
Anzi, anche se la sfera politica locale si applicasse per sensibilizzare le Istituzioni Regionali sulle reali necessità locali in termini di assistenza sanitaria, non dovrebbe farsene vanto, ma operare in tal senso in totale silenzio, tanto i risultati prima o poi si vedono, e se ci fossero miglioramenti, sarebbe automatica e lapalissiana l’attribuzione meritoria della collettività agli amministratori locali.

A tal proposito, un quotidiano riportava ieri l’altro, “Corato, c’è ancora vita per l’Ospedale Umberto I”!
Si vorrebbero far squillare le trombe, mentre il suono che si avverte è quello delle campane non a festa.
Come si può “vedere vita”, per un Presidio Ospedaliero che non ha funzionali i reparti di Chirurgia e di Ortopedia che sono i reparti fondamentali ed essenziali di un Ospedale che dicasi di Base, e dunque a maggior ragione per uno che dovrebbe essere di I° livello!
Sono già passati molti anni dalla delibera 161/16 che classificava gli ospedali, senza che si son messe in atto quelle azioni necessarie rispetto ai progetti sanitari espressi nel “Piano di riordino” con la Delibera della Giunta Regionale n.161 del 29/02/2016 avente, tra gli altri, l’obiettivo di adeguare l’offerta ospedaliera regionale agli standard fissati dal D.M. n.70/2015.
Per la precisione erano stati previsti:
a) Nuovo Ospedale del Sud-Est barese, tra Monopoli e Fasano …;
b) Nuovo Ospedale di Andria, con conseguente disattivazione degli attuali stabilimenti di Andria, Canosa e Corato;
c) Nuovo Ospedale del Sud–Salento, tra Maglie e Melpignano…;
d) Nuovo Ospedale del Nord- Barese, area adriatica tra Bisceglie e Terlizzi, con conseguente disattivazione degli attuali stabilimenti di Bisceglie, Trani, Molfetta e Terlizzi.
Peraltro, l’Allegato A della n. 161 all’Art. 6 “Programmazione relativa alla costruzione dei nuovi ospedali”, comma 3, riporta:
Alla realizzazione delle strutture ospedaliere individuate nel presente articolo si procede:
a) con decorrenza immediata per i nuovi Ospedali di Taranto e di Monopoli-Fasano, stante la copertura finanziaria a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione 2007-2013 di cui all’Accordo di Programma Quadro “Benessere e Salute”;
b) in relazione alla maggiore dotazione finanziaria a valere sui fondi ex art. 20 l.n. 67/1998, ovvero a valere sul fondo Sviluppo e Coesione 2014-2020, o altri fondi regionali prioritariamente per gli ospedali di Andria e del Sud Salento.
Dunque, lo stesso Piano di Riordino, lasciava trapelare tempi non proprio stretti per la realizzazione dei nuovi ospedali, ad eccezione di quelli di Taranto e Monopoli-Fasano.
Proprio su questa considerazione si deve centrare il dialettico confronto tra le parti politiche ed istituzionali evidenziando che il Piano, pur valido nei tempi medio-lunghi della programmazione, induce forti perplessità nei tempi medio-brevi.
Il Presidio Ospedaliero di Corato, ad oggi, con i suoi numerosi accessi quotidiani in Pronto Soccorso, garantisce prestazioni di urgenza ed emergenza per un ampio bacino di utenza, che non è solo Corato, Ruvo, Terlizzi, ma persino Trani, Bisceglie e la stessa Molfetta. Come si può pensare di sbandierare la risoluzione del problema della grave carenza medica in organico al Pronto Soccorso di Corato, quando è noto che vi sono solo 4 Dirigenti Medici strutturati, che si alternano uno alla volta con altri Dirigenti Medici provenienti dai Pronto Soccorso di altri presidi, San Paolo e Di Venere, per garantire h. 24 l’assistenza sanitaria, con l’arrivo di giovani medici spesso neolaureati, in collaborazione professionale limitata ai codici minori bianchi e verdi come indicato nello specifico Avviso Pubblico indetto per la loro assunzione? E’ evidente una distonia tra i proclami e la realtà dei fatti.
Inoltre, la procedura di richiesta dei medici non specialisti per collaborare nei Pronto Soccorso regionali, è già attiva da quasi due anni. Già molti giovani medici sono transitati. Gli stessi che naturalmente, appena possibile, individuano altri percorsi lasciando le attività di Pronto Soccorso. Gli ultimi avevano lavorato nel mese di marzo scorso nel Pronto Soccorso Coratino, e l’ASL aveva prontamente avviato l’ennesima procedura di ricerca, tant’è che l’Avviso Pubblico è datato 14 Aprile, con scadenza 20 Aprile, dunque tutto avviene stabilito prima del consiglio monotematico, e prima della passeggiata barese delle nostre rappresentanze politiche, che dunque non hanno apportato alcunchè con il loro intervento.
Inoltre, resta la gravità della non attivazione funzionale dei reparti di Ortopedia e Chirurgia, basilari per un Ospedale, secondo le indicazioni dello stesso Piano di Riordino. E’ già accaduto, e probabilmente si ripeterà, l’impossibilità di garantire l’assistenza specialistica chirurgica e ortopedica in taluni turni, per la nota carenza degli specifici medici specialisti in organico al presidio, in quanto restano solo 2 soli Chirurghi e 2 soli Ortopedici che si alternano.
Eppure l’elevato profilo Ostetrico-Ginecologico-Pediatrico del Presidio Coratino, per le numerose nascite che si registrano tuttora, ne avrebbe dovuto determinare un sicuro rafforzamento anche chirurgico, come stabilito dalle norme vigenti.
La Conferenza Stato Regioni del 16 dicembre 2010, che ha sancito l’Accordo n. 137/CU del 16 dicembre 2010, concernente “Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità, della sicurezza e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nel percorso nascita …”, recepito con deliberazione di Giunta regionale n. 131 del 31/01/2011, aveva stabilito quello che per Legge deve essere obbligatoriamente presente in un ospedale dove si ha il percorso nascite.
Ci si fa riferimento proprio alla presenza imprescindibile e concomitante di una guardia chirurgica attiva, ed ancora si fa riferimento al Servizio Emotrasfusionale, al Laboratorio Analisi e al Servizio di Radiologia, tutti funzionalmente attivi con Guardia e non con reperibilità.
Dunque, una ben informata e attenta componente politica amministrativa, avrebbe dovuto chiedere semplicemente il rispetto e l’applicazione delle norme vigenti, piuttosto che esercitare lo sbandieramento di lievi pannicelli caldi.
Annunciare una “terapia intensiva ormai pronta”, appare anch’esso atto solo di facciata, perchè intanto i lavori non ci risulterebbero proprio a buon fine, e soprattutto perché sarebbe poi da capire con quali Medici, visto le carenze anche degli Anestesisti, si dovrà coprire il nuovo organico medico che sarà necessario per renderla funzionale”.

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