Esattamente un anno fa nasceva la sezione ANPI Corato, un presidio democratico che si pone l’obiettivo principale di conservare la memoria affinché tragici errori del passato non si ripresentino. Decidemmo di intitolarla alla coratina Maria Diaferia, che quattordicenne partecipò alla resistenza nel territorio del Lazio. Su di lei, come di altri partigiani nostrani, a breve forniremo molte altre notizie interessanti, anche inedite.
In questo pur breve periodo abbiamo realizzato tante iniziative culturali ma anche di carattere umanitario a favore della collettività: alcune hanno acceso un forte dibattito nell’opinione pubblica coratina. Mi sembra anche inutile fare un elenco. Tante altre siamo in procinto di realizzarne. Mi preme dire che tutto ciò è stato possibile grazie al sostegno di amici, compagni, associazioni e sostenitori di vari genere.
Il sacrificio dei partigiani, compresi i tanti coratini che hanno combattuto soprattutto nel centro e nord Italia, ci hanno garantito decenni di prosperità e di pace.
Eppure i venti di guerra in corso che ci giungono attraverso le drammatiche immagini dall’Ucraina e i loro effetti con i rincari dei prezzi che vanno a colpire le fasce economicamente più deboli, minacciano questo equilibrio internazionale. Essi ci fanno riflettere su quanto la democrazia non sia assolutamente scontata: dobbiamo difenderla e promuoverla con tutte le nostre forze perché è un valore fragile, vulnerabile. Può essere messa in discussione in ogni momento. Come insegnano i grandi maestri del pensiero moderno, una democrazia sana e matura si vede soprattutto da quanto riesce ad assorbire idee molto diverse tra loro. Il travaglio del negativo è ciò che spinge ognuno di noi a migliorarsi. Anche idee molto distanti, o palesemente in contrasto, da quelle della maggioranza, come insegna Alexis de Tocqueville, vanno conservate, vanno tutelate, perché impegnano gli insegnanti a rivedere le loro lezioni, gli storici a fare ulteriore ricerca, i politici a modificare in meglio leggi o provvedimenti e, più in generale, a rivedere le nostre argomentazioni.
Insomma, la democrazia è un sistema imperfetto e precario, ma è l’unico possibile.
Noi continueremo ad alimentare questa fiammella.