“Alea iacta est!… Il consigliere Mastrodonato, ha parlato!” – scrive in una nota il direttivo del partito Forza Italia – “quando abbiamo accettato la candidatura del sig. Mastrodonato, chiestaci da lui in extremis, in quanto espulso da Fratelli D’Italia, pur da sempre scettici, abbiamo voluto credere nel suo ravvedimento politico ed in un suo intento pro-cittadino.
Più volte infatti ci eravamo chiesti perché candidare un signore che in più occasioni, aveva dimostrato, con i fatti, la sua incoerenza politica.
Non è un segreto il fatto che egli, nel periodo pre-elettorale, aveva provato a varcare le soglie di tutti i partiti appartenenti sia alla destra che al centro sinistra, che inevitabilmente, dati i suoi illustri precedenti, non lo avevano accolto.
Sia chiaro, non siamo né stolti, né creduloni, abbiamo voluto riporre fiducia in costui, com’è giusto che faccia un “partito democratico”, nei fatti e non nel nome, ci siamo fidati della sua paventata maturità politica, del suo cambiamento e della sua serietà che più volte ha sbandierato, rassicurandoci che mai avrebbe lasciato il partito, nelle cui file, con i 1566 voti di lista e non solo con i suoi 265, era stato eletto; ma purtroppo oggi constatiamo che “il lupo perde il pelo ma non il vizio…
All’indomani del primo turno, avevamo già sentito di strani accordi intercorsi tra il neo eletto ed altri consiglieri, sia in caso di vittoria elettorale della coalizione di appartenenza, sia in caso di sconfitta della stessa.
La certezza di ciò, ci viene fornita sin dal primo incontro interno al nostro partito, subito dopo le elezioni, quando, palesemente insoddisfatto del suo ruolo di opposizione, spudoratamente e senza mezzi termini, ci ha proposto di “collaborare” con l’attuale amministrazione, al fine di ingraziarsi il Sindaco e provare ad ottenere qualche incarico che come vedremo di seguito non tardò ad arrivare; posizione improponibile per un partito di un certo spessore e di una certa moralità politica.
Ciò, logicamente, non ci ha trovati d’accordo ed avendo compreso che di fronte avevamo una persona interessata solo ai suoi scopi reconditi e giammai al bene dell’intera città, quindi estranea ai nostri intenti tanto da non aver espresso la volontà di tesserarsi, abbiamo realizzato le intenzioni migratorie del soggetto e la sua trattativa in corso con il Sindaco, preoccupato più della sua poltrona in bilico che non dell’amministrazione della città.
Nonostante il nostro diniego, senza mai confrontarsi col direttivo è corso a chiedere per sé la Presidenza della commissione Sviluppo Economico, che gli fu ovviamente accordata, forse per ripagarlo di un “patto di fedeltà”; commissione che conta un’unica e sola convocazione, alquanto infruttuosa, tanto da essere attenzionata negativamente in consiglio comunale dalla consigliera D’Introno del PD; commissione che non è stata nemmeno interessata per l’organizzazione del congresso sul PNRR tenutosi ultimamente, in pratica, un presidente di una “commissione fantasma”.
Di qui in poi “dell‘intrepido consigliere” che ama “scrivere” nei suoi comunicati “concludo l’esperienza in Forza Italia che mi ha ospitato tra le sue fila pur non essendo mai stato né militante né tesserato”, non abbiamo avuto più notizia, né tantomeno si è mai prodigato nel far conoscere all’assise cittadina il nostro pensiero politico, ha solo votando incondizionatamente e da perfetto “yesman” i provvedimenti a lui sottoposti dalla maggioranza, eccezion fatta per il ricorso al T.A.R. sul bilancio, proposto dal centro destra che forse oggi rimpiange di aver firmato.
Ha sempre disertato le riunioni settimanali di partito, a suo dire per questioni legate al lavoro, lo stesso che però non gli impediva di frequentare quotidianamente, “i piani alti del potere” a lui sempre cari.
Finalmente, il 25 febbraio, “l’inattivo consigliere”, è passato in “Azione”, nel senso che ha dichiarato di “non cambiare l’atteggiamento politico nei confronti del suo elettorato e di aderire al gruppo di Calenda”, la cui sua compagna è segretaria regionale, dal quale avrà, a suo dire, tutto il sostegno annunciando il passaggio al gruppo misto.
Ora premesso che l’elettorato a cui dovrebbe dare conto non è quello di Calenda, ma quello che lo ha eletto e cioè quello di Forza Italia, di fatto, inevitabilmente, tradisce il mandato di questi elettori e se poi a ciò uniamo le dichiarazioni del portavoce del gruppo misto Salvatore Mascoli, il quale dice di “contare sugli altri tre componenti del gruppo, Palmieri, Mastrodonato ed il subentrato Sciscioli, offrendo sinergia e collaborazione al Sindaco ed al suo progetto politico” (leggasi sostegno condizionato), ne viene fuori un pastrocchio degno del capolavoro Felliniano del “70.
Ovviamente, senza smentita alcuna da parte dello stesso “Azionista”
Il dado è tratto!
Sia chiaro, i consiglieri o i parlamentari in genere, non hanno e non devono avere vincolo di mandato per non essere dipendenti nei confronti dei partiti che li candidano ma sicuramente, devono, rispetto e serietà agli elettori, a tutti gli elettori, specie quelli della parte politica interessata e non solo ad alcuni fedelissimi.
Il “salto della quaglia” a lungo termine, non giova a nessuno, specie a chi riviene da pregresse esperienze e conferma questo modus operandi, lasciando basite tutte quelle persone che hanno riposto fiducia in costui e che difficilmente saranno disposti nuovamente ad esprimerla in futuro.
Passare poi da destra a sinistra, sostenendo un programma politico diverso e sconfessando di fatto quello per cui si è stati eletti è a dir poco squalificante.
In questa pirandelliana novella, ci spiace sottolineare anche la “coerenza a singhiozzi” dei consiglieri di maggioranza che nonostante i proseliti, i sermoni sulla serietà, sulla novità e su questo modo di fare politica, privo di inciuci e compromessi, sono rimasti in un silenzio mistico, incassando il risultato, a loro conveniente, a causa delle fibrillazioni numeriche al loro interno, in barba al tanto sbandierato vento rivoluzionario del rinnovamento.
Ci piacerebbe sapere che ne pensano oggi quelli che in tempi passati appellavano così il consigliere Fabrizio Ventura:
«La dignità, la libertà, l’orgoglio… noi lo pensavamo e lo dicevamo, forse tu lo dicevi e basta»
«Difficile compendiare così tante falsità in così brevi righe. Prendo atto che tutto ha un prezzo, a volte anche basso. A noi resta il fallimento di un percorso condiviso. A lui, spero, almeno il ricordo di quei valori presi a calci nel sedere, e magari anche quello di chi per quei valori ha speso tanta energia, fino all’ultimo giorno».
Imbarazzante! Quello che ieri da quel lato era, a loro dire, un palese tradimento, oggi, da questo, si chiama “convergenza … per la sopravvivenza”.
Concludendo, nonostante il consigliere abbia “educatamente” omesso di ringraziare, al momento dello “sbarco”, il partito che lo ha fatto eleggere, auspichiamo che alla fine di questa “farsa”, dopo tanto penare, riesca finalmente a portare a casa il tanto agognato incarico di giunta, vista l’attuale penuria di quote rosa o in alternativa, quale premio fedeltà, una poltrona da destinare a persone di fiducia, tra i revisori dei conti della SixT, posto negato in illo tempore dall’allora Sindaco D’Introno, che costò a questi, la sfiducia sottoscritta anche dal Mastrodonato.
Le auguriamo pertanto un buon non lavoro politico-amministrativo, cosa che sappiamo a Lei riuscire molto bene”.