La Nuova Umanità ha sempre sostenuto la necessità di un cambiamento, anche inteso come maggiore ed effettiva partecipazione delle cittadine e dei cittadini. Tuttavia, scrive in una nota il direttivo, ancora una volta, ci ritroviamo a prendere atto, nei commenti che hanno seguito un post pubblicato sulla pagina Facebook del Comune di Corato, che si stanno “sperimentando forme di partecipazione alternative”.
Il riferimento è all’avviso lanciato ieri dall’Amministrazione Comunale di Corato, settore Politiche Giovanili, che invita la popolazione a proporre progetti di Poster Art immaginando una città futura.
A scrivere non è una semplice cittadina, continua Nuova Umanità, ma l’assessore alle politiche giovanili Buonsante, che precisa “Abbiamo organizzato degli incontri, c’è un gruppo whatsapp per le discussioni, ne abbiamo parlato negli incontri precedenti”.
A quali forme nuove di partecipazione l’Assessore fa riferimento?
Eppure non ci risulta che lo Statuto Comunale vigente nel comune di di Corato preveda queste forme di partecipazione riservata a taluni piuttosto che ad altri.
Il nostro Statuto dedica il Titolo III al DECENTRAMENTO E PARTECIPAZIONE, specificando e disciplinando al Capo II gli Istituti di Partecipazione – art.48 partecipazione popolare, 51 Riunioni e assemblee, art 53 Consulte.
Se è vero che, citando sempre l’assessore, “la città del futuro che si immagina è quella che non interpreta ogni azione politica con la logica dello sfruttamento delle risorse pubbliche ma come un’opportunità per creare insieme con quello che c’è a disposizione” perché non considerare come un’opportunità gli strumenti di PARTECIPAZIONE E CONDIVISIONE previsti dal nostro Statuto Comunale? Perché non attingere a forme di vera democrazia partecipata, non riservate ai soli amici degli amici ma aperte veramente a tutti?
Stigmatizzando questo comportamento, il nostro gruppo politico chiede le dimissioni dell’assessore alle politiche giovanili. Non è questa la politica del cambiamento, quella fatta dalle pagine dei social. La vera politica del cambiamento si pensa, si scrive e si realizza nei luoghi istituzionali e con gli strumenti istituzionali.