I campi estivi per bambini, ci sono ormai dappertutto ed in ogni città. Un vero boom negli ultimi anni, anche se con un mercato sempre più parcellizzato.
“Ma al contrario di quanto si possa pensare – ci dice Nico Como, padre di questo format rivoluzionario – non è stato così semplice e scontato indirizzare quello che poi è diventato un vero fenomeno di massa“.
“L’intuizione”, secondo alcuni genialata, “mi viene a fine maggio 1994 in pochissimi giorni, tra l’altro ad un mese dal mio matrimonio. Un’idea a mio avviso rivoluzionaria per cui non volevo rinviare di un altro anno la partenza.
Il progetto era ben chiaro, la location, il circolo tennis Tandoi, che sarebbe poi stato preso in conduzione (poi saltata n.d.r.).
Vedevo tantissimi ragazzi che appena conclusa la stagione scolastica, scorrazzavano per strada senza obiettivi precisi, a volte annoiandosi, altre facendo danni o spesso segregati in casa con i genitori al lavoro. Fu da queste osservazioni l’intuizione del nome “Estate fuori Strada”, proprio per dare l’idea di strappare i ragazzi dai pericoli della strada.
All’esordio l’idea si rivelò un vero flop seppur con un’aggressiva campagna pubblicitaria: 5 soli partecipanti, nonostante i costi accessibili, ma quell’invenzione, a mio parere straordinaria, che aveva riscosso poco credito, non poteva morire lì.
Non mi arresi, perché l’idea mi sembrava fin troppo bella ed esplosiva, assolutamente innovativa, che non esisteva da nessuna parte; c’erano piscine, con classici e semplici programmi o rare associazioni sportive che continuavano i loro allenamenti pomeridiani saltuari e null’altro.
La genialità fu nel mettere nello stesso contenitore più situazioni: da quella dei vari sports ai tantissimi giochi di animazione del mio repertorio, tra i primi ludotecari della Puglia (dal 1992), creando l’atmosfera di un vero e proprio villaggio turistico, in cui i genitori potessero lasciare tranquillamente i propri figli sapendo di riprenderli felici sereni ed appagati”.
Per questo Nico si avvale della collaborazione di un fresco laureato Isef, il prof. Antonio Amendolagine che lo sostituisce in sua assenza per il viaggio di nozze.
“La prima settimana è dedicata all’invito ad amici e parenti, casa per casa, fino ad arrivare a 21 unità, ma l’onda lunga è ormai partita e come un fiume in piena travolge i bambini col divertimento e la vera pubblicità è il passaparola. In pochi giorni sono tanti i consensi, direttamente dalla voce innocente dei bambini, che diventano oltre 130, negli anni a seguire 300, 400 e così via spostandosi poi successivamente anche alla polisportiva San Gerardo.
Tra i famosi 5 bambini, i primi a sbarcare sul pianeta de “l’Estate Fuoristrada” c’era Felice Addario, ora assessore alle politiche sociali e tra le varie deleghe, ai diritti dell’infanzia, che sfruttando dei fondi ministeriali, ha voluto sostenere i centri estivi di bimbi, con particolare attenzione all’inclusione di disabili e ragazzi provenienti da famiglie meno agiate, una giusta attenzione per una fetta della popolazione a volte dimenticata e un giusto riconoscimento a quello dei campi estivi che è diventato un vero fenomeno“.
Evidentemente qualcuno ci aveva visto lungo. E questo è ciò che accade molto spesso a questo qualcuno.