Di Grazia Petta
Una donna coratina per il vizio del gioco mette a rischio la propria dignità di madre e moglie, ho incontrato Maria, nome di fantasia, (per motivi comprensibili non riportiamo le sue generalità), per farci raccontare il dramma da lei vissuto.
La sua storia inizia circa 10 anni fa fatta di scelte obbligate con la speranza di risolvere i suoi problemi finanziari attraverso il gioco.
Per quale motivo hai deciso di raccontare la tua storia?
Vorrei attraverso il racconto di questa mia brutta esperienza liberarmi da un peso che mi trascino addosso da troppo tempo e fare in modo che donne e uomini che vivono il mio stesso dramma possano riflettere sulle conseguenze che tutto ciò può comportare.
Come ha inizio questa brutta vicenda?
Circa 10 anni fa mio marito rimase senza lavoro, fino ad allora eravamo una famiglia felice con 2 bambini splendidi, non navigavamo nell’oro ma riuscivamo lo stesso a far fronte alle nostre esigenze con le nostre forze.
Speravo che col tempo un altro lavoro l’avrebbe trovato invece non fu così. I soldi iniziavano a scarseggiare fino a quando fummo costretti a rivolgerci ai nostri genitori e parenti che finché hanno potuto ci hanno aiutato ma, anche questo a lungo andare, non è stato più possibile. Mio marito faceva piccoli lavori saltuari, è andato anche in campagna ma i soldi che portava non bastavano a mantenere la famiglia tanto che inizia per lui una fase di depressione tale, da portarlo a fare uso di alcolici.
Quindi a quel punto come hai reagito?
Anch’io stavo rischiando di farmi assalire dalla depressione ma pensando ai miei figli ho cercato di reagire anche se non avevo molte armi a disposizione.
Come sei caduta nel vizio del gioco?
E’ stato del tutto casuale, un giorno ero andata a pagare una bolletta in tabaccheria e avevo notato un signore che acquistava un gratta e vinci, nel frattempo il tabaccaio mi aveva dato il resto del costo della bolletta, lo ricordo come se fosse oggi erano 5 euro e sessanta centesimi, mentre ero lì per mettere i soldi in borsa pensai – quasi quasi tento la fortuna – e decisi di acquistare un biglietto da cinque euro. Non sapevo neanche come funzionasse il sistema del gioco infatti mi feci dare spiegazioni dal gestore. Arrivata a casa, non dissi nulla a mio marito e, in gran segreto, grattai quel biglietto scoprendo di aver vinto venti euro. Provai un senso di sollievo ma, da quel momento, purtroppo quella maledetta vincita diede inizio al mio vero e proprio calvario.
Cosa succede dopo?
Ingenuamente pensai che forse da lassù qualcuno volesse aiutarmi e all’indomani mi recai in un bar per prendere un altro gratta e vinci senza però ottenere nessuna vincita. Inizia a scattar in me il desiderio irrefrenabile di tentare la fortuna e spesi tutti i soldi della vincita del giorno prima. Tornai a casa affranta sapevo di aver sottratto alla famiglia una somma che avrebbe dovuto essere utilizzata per cose più importanti tanto da propormi di non buttare più un centesimo ai gratta e vinci.
Purtroppo non fu così!
Avevo da poco trovato un piccolo lavoro come badante ad un’anziana signora, non avrei guadagnato tanto, circa trecento euro al mese, dopo qualche giorno chiesi un piccolo acconto che sarebbe servito per fare la spesa di casa. Quando mi recai al supermercato il mio sguardo cadde verso una tabaccheria difronte attratta da un cartello sulla vetrina,” gratta e vinci”, la tentazione mi assalì, attraversai e entrai. Ne acquistai cinque, solo uno di questi era vincente (10 euro). Da quel momento appena potevo andavo nei vari bar e tabaccai di Corato che cambiavo ogni volta dovuto all’imbarazzo che qualcuno potesse notarmi.
Come facevi a reperire i soldi per comprare i gratta e vinci?
All’inizio oltre a quel poco che guadagnavo me li facevo prestare da conoscenti dicendo loro che mi servivano per pagare l’affitto di casa o per pagare le bollette. Era diventata una droga.
Prima di iniziare l’intervista, durante la nostra chiacchierata, hai detto di esserti concessa a uno sconosciuto. Ti va di raccontare cos’è successo?
Non è facile per me raccontare quella storia anche perché mi ha segnato tantissimo. Un giorno andai in un paese vicino per prenotare una visita medica, appena scesi dal pullman, com’era ormai mio solito fare, entrai in un bar per acquistare l’ennesimo maledetto biglietto ed iniziai a grattarlo senza successo. Decisi di prenderne un altro, mentre accanto a me un uomo mi osservava, anche qui nessuna vincita e mi scappò un’imprecazione. Avevo speso tutto quello che avevo nel borsellino. A quel punto l’uomo si avvicinò chiedendomi se avessi bisogno d’aiuto, lì per lì gli dissi che non avevo bisogno di niente, ma lui con fare gentile mi chiese se poteva offrirmi almeno un caffè. Iniziammo a chiacchierare fino ad accettare la sua proposta di andare con lui in macchina. Vi lascio immaginare cosa possa essere accaduto ma quando il tutto finì mi resi conto quanto in basso ero caduta. Mi sentii una m….a.
Cosa hai pensato di fare, ti sei rivolta a qualcuno per confidarti o chiedere aiuto?
No, la vergogna che provavo era tanta e trovare il coraggio di raccontarlo a qualcuno non era per niente facile.
Come hai trovato la forza di dire basta?
Ho detto basta quando mi sono accorta che pian piano stavo rischiando di perdere la mia famiglia mi chiedevo spesso – se vado avanti così cosa potrà accadere ai miei figli? – Il senso di colpa mi assaliva sempre di più fino a quando, non so neanch’io come, ho smesso. Non ti nascondo che la paura di ricaderci è tanta ma fortunatamente è da quasi due anni che non compro più un gratta e vinci.
Cosa consiglieresti oggi a chi vive questo disagio?
Innanzitutto voglio dire loro che il gioco non può risolvere i problemi economici anzi li può solo aggravare. Il gioco è una vera e propria dipendenza che ti costringe a fare scelte che non avresti mai immaginato, anche vendere la tua dignità. La fortuna non la si cerca attraverso una vincita ma nell’amore che solo la tua famiglia ti può dare, secondo me.
Maria ti ringrazio, l’augurio della nostra redazione è che la tua forza non ti abbandoni mai e che chi come te è caduto in questa trappola, possa quanto prima trovare una via d’uscita.