“Tutto è cominciato il 16 marzo quando io e il mio compagno siamo risultati positivi al Covid! Abbiamo immediatamente avuto: febbre, tosse, vomito, dissenteria e io avevo anche saturazione 89-90. Avevo iniziato a seguire la cura prevista da protocollo, ma è grazie a un medico volontario, Luka Perini, il mio angelo, che mi ha seguito h 24 anche durante le feste, che sono salva“.
Inizia così la testimonianza di Lucia che, intervistata dalla giornalista Giulia Carrarini, racconterà la sua esperienza questa sera, ospite del programma “Zona Bianca” in onda su Rete 4 condotto da Giuseppe Brindisi.
“Stavo male ero scettica e soprattutto terrorizzata perché non volevo andare in ospedale – ci racconta – non ce l’ho con i medici di famiglia a cui va tutta la mia solidarietà, ma non mi davo pace che quella terapia prevista dal protocollo ministeriale fosse quella giusta per me. Il caso ha voluto che, seguendo una trasmissione televisiva, ho ascoltato un medico dare altre indicazioni circa le terapie per curare il covid, poi sono venuta a conoscenza di un gruppo di medici volontari che ha una pagina Facebook e una mia amica nonché mio legale, Angela Zaza, mi ha suggerito di iscrivermi.
Il 29 marzo scrivo e il 30 mi contatta Arianna Ferrati, moderatrice. Mi telefona, mi rassicura e mi mette in contatto con Luka Perini medico volontario, il mio angelo, che mi ha seguito h 24 anche durante le feste pasquali.
Avevo paura dell’ossigeno e invece quella bombola è diventata l’ancora della mia salvezza.
Mi sono subito fidata di queste cure: cortisone, antibiotico, antinfiammatorio, eparina, ossigeno. Essere curata da casa con il mio medico Luka Perini (chiamarlo medico è riduttivo) è stato psicologicamente ultrapositivo!
Ringrazio anche la dottoressa psicologa Patrizia Ballarini che con il suo supporto telefonico ha reso le mie giornate più lievi.
Non sono ancora negativa ma sto molto meglio.
La mia speranza è quella che le testimonianze di noi curati da questi angeli volontari ribalti tutto ciò che invece il protocollo istituzionale attualmente prevede per cancellare le immagini terribili che ci propongono i media – malati intubati in terapia intensiva. Forse sarebbe il caso di far vedere anche i nostri video con l’ossigeno mentre guardiamo un film o leggiamo un libro nel confort del nostro ambiente casalingo.
La mia testimonianza non è un’accusa e neanche un attacco, ma un invito a una riflessione. Sono ancora tanti i dubbi che, a distanza di più di un anno dalla scoperta di questo virus, ci attanagliano e forse occorre guardarsi intorno, informarsi evitando sempre e comunque il fai-da-te perché col virus c’è poco da scherzare e per le cure bisogna affidarsi ai medici. Voglio precisare infatti che essendo monitorata h 24 e sentendo il dott. Parini anche di notte, lì dove le mie condizioni fossero precipitate avrei dovuto necessariamente chiamare il 118 senza, ovviamente, lasciare nulla al caso e a riprova della professionalità di questo gruppo di medici.
Il dubbio che mi assale però – conclude Lucia – è se tutti i pazienti Covid ricevano le cure giuste e nei tempi giusti e soprattutto mi chiedo per i casi finiti in ospedale, a volte guariti e a volte no, come sarebbe andata se fossero stati seguiti e curati a domicilio in modo adeguato.
Grazie al medico volontario Perini del gruppo #TerapiadomiciliareCovid19 in ogni Regione”.