È la testimonianza di Antonella Vlonga, docente di una scuola primaria di Corato, che racconta sensazioni ed emozioni di questo periodo tanto difficile per tutti e di quella giornata in cui lei insieme ad altre colleghe si è sottoposta alla prima dose del vaccino.
“Una settimana fa, io e altre colleghe docenti abbiamo vissuto un’esperienza che credo rimarrà per sempre impressa nella mente e nei cuori di tutti noi.
Già! Ci hanno somministrato la prima dose del vaccino Astrazeneca, un vaccino che fino a poco tempo fa non sapevamo neanche cosa fosse. Penso che quel 4 Marzo 2021, rappresenti un momento davvero storico. Sì…noi stiamo facendo la Storia. Siamo tutti a vario titolo “vittime” e “attori” di questa terribile STORIA.
E così, ad un anno dall’inizio di questa nuova vita che ci ha catapultato nella paura trasformando la nostra quotidianità, le nostre abitudini, il lavoro, i rapporti, gli affetti in una dimensione completamente inedita, be’ ci siamo sottoposte a qualcosa che per noi in realtà rappresentava l’inizio di un ritorno alla NORMALITÀ , normalità che ormai ci sembra così lontana perché sembra quasi che la vita sia questa da sempre, ma NON è così, NON È GIUSTO abituarsi alla mancanza di un abbraccio, a non poter vedere tutti gli alunni a scuola, non è giusto abituarsi a rinunciare ad una passeggiata o a una cena nel fine settimana in qualche ristorante, ma ora è così, purtroppo, e bisogna resistere.
Be’ a Molfetta, dove è stato allestito il centro vaccinale di riferimento per noi, in quella giornata per quanto mi mostrassi forte anche dinanzi alle mie colleghe,diverse sono state le paure ed i dubbi che mi hanno assalito: “Quali saranno le conseguenze di questo vaccino? E se mi succedesse qualcosa”?
Già tanti ma proprio tanti sono stati i dubbi! Ma la voglia di ricevere una protezione dinanzi a questo nemico sconosciuto è stata più forte.
Sapevo di alcuni effetti collaterali nei giorni successivi ed in realtà è accaduto, tutte, o quasi, siamo state molto male nei 3 giorni successivi ma tanta è stata la comprensione del nostro Dirigente e dei genitori dei nostri alunni.
E se mi chiedessero: “Potessi tornare indietro ti vaccineresti di nuovo”? Sì, risponderei sì perché questa non è una scelta egoistica, io e le mie colleghe lo abbiamo fatto per il bene della nostra scuola, la nostra comunità. Abbiamo il dovere di tutelarci e tutelare gli altri e tornare tutti nelle aule, insieme e senza distanze.
Questa Pandemia ha cambiato tutte le nostre vite ci ha strappato la nostra serenità e privato delle cose più semplici, ma ci sta insegnando, o meglio dovrebbe insegnarci, che la felicità sta in un breve viaggio, in un abbraccio inaspettato, in tutti quei piccoli gesti che se prima venivano dati per scontati, oggi invece hanno un valore immenso.
Ho voglia di rivedere i sorrisi delle persone a me care e non più mascherine che per quanto indubbiamente ci abbiano fatto da scudo, mostrano ancor più quanto la gente sia spaventata. Eh già gli ochhi non sono coperti! Gli occhi parlano, hanno parlato da subito, dalla prima volta in cui tutti ci siamo trovati in giro in pieno lockdown davanti ad un supermercato, per esempio, sentendoci tutti ancora più estranei. No basta… Abbiamo il diritto di ritornare a vivere”.
Di S. P.