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Lo storno, una delle presenze più comuni nei cieli dell’Alta Murgia

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Vi è mai accaduto di vedere nel cielo delle nuvole nere che disegnano delle strane forme geometriche?

No, non parlo delle nubi ma di nuvole di uccelli neri che volano all’unisono. Si tratta degli storni. Lo storno,  infatti, durante la stagione invernale, è una delle presenze più comuni nei cieli dell’Alta Murgia e non solo.

Anni fa a Napoli, in pieno centro, ho assistito ad uno spettacolo davvero singolare. Vi erano stormi di migliaia e migliaia di storni che al tramonto incuranti del traffico e dei passanti, si posavano sugli alberi del centro per passarvi la notte con buona pace dei proprietari delle auto parcheggiate sotto gli stessi e che al mattino seguente le avrebbero trovate completamente ricoperte di guano.

Sino a circa trenta anni fa, la presenza dello storno era da noi nel sud Italia, limitata alla sola stagione invernale e la sua presenza era in gran parte confinata alla campagna aperta ed alle periferie urbane. Molto raramente lo si avvistava negli abitati. Oggi invece, lo storno sembra essere diventato più comune degli stessi passeri, lo si avvista durante tutto l’anno ed in autunno ed inverno è solito trascorrere la notte sugli alberi dei parchi delle grandi città in stormi numerosissimi.

Anche a Ruvo di Puglia, dove il suo nome dialettale è semplicemente: “stùrn“, vi era una piccola colonia che si era insediata insieme alle taccole, sul campanile della Cattedrale prima che lo stesso fosse ristrutturato.

Lo storno è facilmente riconoscibile per la generale livrea scura macchiettata ed iridescente comune ai due sessi, mentre i giovani hanno una livrea di color bruno grigio. Una caratteristica dello storno è il colore del becco che in entrambi i sessi in estate è di un giallo brillante mentre in inverno diventa nero. Il richiamo è un prolungato “tsiii”, a volte emette fischi imitativi dei versi di altri uccelli. Ha un habitat estremamente vario che spazia dai campi coltivati ai vigneti ai boschi agli uliveti ed ai centri abitati. Ha volo rapido e dritto, sul terreno si muove rapidamente e si nutre saggiando la terra con il becco. E’ solito trascorrere la notte in canneti presso delle paludi o sugli alberi dei grandi parchi cittadini spesso in stormi numerosissimi come gia accennato, ed è un vero spettacolo assistere alle evoluzioni che migliaia di individui compiono in volo concorde prima di “atterrare”.

Lo storno ha una dieta prevalentemente animale, insetti, ragni, miriapodi costituiscono la sua dieta abituale, anche se da noi in Puglia ed in autunno in particolare, è un visitatore giornaliero degli uliveti.

La riproduzione avviene in forma isolata o in piccole colonie sui tetti degli edifici (dove vi sono tetti con tegole), o in cavità di alberi o di muri utilizzando anche i nidi di altri uccelli. Il nido è costruito da entrambi i sessi in modo abbastanza sommario, e viene tappezzato dalla femmina con foglie muschio lana ecc. Le uova, di solito cinque o sei, sono bluastre, poco lucenti e vengono deposte da metà aprile in poi. Sono incubate da entrambi i sessi per circa due settimane. I giovani sono alimentati prevalentemente dalla femmina  e restano nel nido per venti giorni circa. Di solito lo storno effettua una sola covata ma in condizioni favorevoli anche due.

In Italia era considerato stazionario nelle sole province settentrionali, ma ormai anche da noi al sud è presente durante tutto l’arco dell’anno anche se la sua presenza nel meridione aumenta considerevolmente durante la stagione invernale quando dai Paesi dell’Europa nord e centro orientali giungono in Italia le popolazioni che attraversando il Paese da nord a sud si recano a svernare nell’Africa nord occidentale. E’ una delle poche specie di uccelli che, contrariamente a altre, sembra in espansione.

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