Home Murgia da vivere Il pettirosso, secondo una leggenda un uccello quasi sacro

Il pettirosso, secondo una leggenda un uccello quasi sacro

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Il pettirosso è indubbiamente il più comune tra tutti i “piccoli” turdidi presenti in Italia, nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia lo si avvista soprattutto durante il periodo invernale, quando dal nord Europa molti esemplari giungono da noi per svernare. Il suo nome in dialetto ruvese è pitt’russ ossia proprio petto rosso, ed in effetti la caratteristica che rende inconfondibile questo piccolo turdide è il color ruggine-arancio che gli adulti della specie presentano su faccia e petto, mentre gli esemplari giovani sono superiormente bruni maculati di fulvo ed inferiormente fulvi barrati e maculati sempre di bruno.

Una leggenda popolare fa del pettirosso un uccello quasi sacro; si narra infatti che il colore del petto e della faccia sia scaturito dal sangue di Cristo avendo questo piccolo uccello tolto una delle spine della corona che affliggeva il Signore sulla croce.

Oltre alla forma tipica, (E. Rubecula), in Italia è presente il pettirosso sardo (E. Sardus Kleinschm), con parti superiori più bruno oliva e fianchi più scuri. La nota di richiamo del pettirosso è “tic-tic-tic” o “tsit-tsip-ip”, mentre il canto è melodioso e vario, diversamente da altre specie anche la femmina del pettirosso canta.

L’ambiente del pettirosso è molto vario e va dai boschi con sottobosco alla campagna cespugliata ai pareti con macchie di rovi per finire con parchi e giardini cittadini specie durante il periodo invernale.

Il pettirosso si ciba soprattutto di insetti e loro larve, frutti selvatici e piccoli semi. Si riproduce in foreste e grandi boschi senza disdegnare i parchi cittadini. Il nido è costruito dalla femmina nel sottobosco in cavità di alberi o di muri, è molto ben nascosto e piuttosto voluminoso, è costruito principalmente con foglie  e muschio e tappezzato di crini e penne. Le uova (da 4 a 9), sono di color crema macchiate di rossiccio, vengono deposte da Aprile in poi e covate dalla sola femmina per circa due settimane. I pulcini, alimentati da entrambi i genitori, rimangono nel nido per circa 15 giorni. Effettua generalmente due covate.

Il pettirosso ha un comportamento molto tipico, sul terreno saltella e se allarmato innalza ed abbassa la testa agitando ali e coda, ha un volo basso a coda alzata, nel folto si posa dappertutto spesso anche in posizioni esposte su muri e tetti. È estremamente combattivo nei confronti dei suoi simili, infatti una volta scelto un determinato territorio lo rende noto ai suoi simili cantando e mettendosi in mostra per indicarlo ma se un altro pettirosso “sconfina” lo difende strenuamente, e cosa molto singolare, anche la femmina si comporta nello stesso modo. Le coppie però dopo essersi formate alla fine di dicembre condividono il territorio prescelto. Talvolta è molto confidante nei confronti dell’uomo, ma generalmente ha un’indole schiva specialmente durante il periodo della muta alla fine dell’estate.

La forma tipica abita tutta l’Europa occidentale, dalla Norvegia alla Sicilia e ad oriente sino alla Russia meridionale. Le popolazioni settentrionali in inverno si spostano a sud per svernare nel bacino del mediterraneo, nell’Italia centro settentrionale può essere considerato stazionario mentre da noi in Puglia, è presente come nidificante soprattutto sul Gargano nella Foresta Umbra e sui Monti Dauni. Nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia sono presenti alcune coppie nidificanti nella Foresta Mercadante e nel bosco della Scoparella in territorio di Ruvo di Puglia, ma certamente una più attenta analisi rivelerebbe altre coppie nidificanti sulla fascia boschiva posta al nord del Parco.

Da ultimo vi voglio raccontare un episodio davvero singolare a cui ho assistito anni fa a Barletta. Un mio amico fotografo era solito portare sempre con sé dei bigattini per attirare dei piccoli passeriformi e fotografarli. Un pettirosso si era talmente abituato alla sua presenza sapendo della “ricompensa” che avrebbe ricevuto, da giungere a mangiare i bigattini direttamente dalla scatola entrando nell’auto del mio amico dal finestrino ed appollaiandosi tranquillamente sulla sua mano. Una cosa incredibile!

 

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